CATANIA - Due autisti soccorritori del 118 sono stati aggrediti mentre prestavano soccorso a una persona a Catania, in piazza Verga: la Cisl FP Catania condanna il gesto ed esprime la sua solidarietà ai due operatori del 118. "La violenza sta tracimando dagli ospedali a tutto il sistema sanitario", dicono Danilo Sottile, segretario generale Cisl FP Catania, e Stefano Casabianca, Responsabile Seus 118 Cisl FP Catania.
L'aggressione
La violenza su due autisti soccorritori del 118 è avvenuta in piazza Verga, a Catania, dove i due sanitari erano andati in seguito a una chiamata. Appena arrivati sul luogo i due operatori hanno iniziato a curare una persona in stato di alterazione, la quale però dopo qualche minuto le ha aggredite.
Sul luogo erano già presenti delle volanti della Polizia, che sono intervenute per difendere i due autisti soccorritori. I quali sono stati costretti a rivolgersi a un ospedale, ricevendo una prognosi di qualche giorno per le ferite ricevute. I due operatori, inoltre, non potranno svolgere il proprio servizio di soccorritori.
La condanna
"Condanniamo l'aggressione e tutte le violenze sul personale sanitario": a parlare sono Danilo Sottile, segretario generale della Cisl FP, e Stefano Casabianca, Responsabile Seus 118 Cisl FP Catania. "Nel ribadire la nostra solidarietà ai due autisti soccorritori aggrediti, sottolineiamo ancora una volta quello che come Cisl FP abbiamo ripetuto negli ultimi anni: senza un intervento attivo di tutti gli attori interessati la piaga delle aggressioni al personale sanitario è destinata a peggiorare, con tutti gli operatori sanitari che lavorano sia nella sanità pubblica che privata che diventano dei parafulmini per la rabbia dell'utenza".
"La violenza sta tracimando - proseguono Sottile e Casabianca - non si ferma più ai reparti di pronto soccorso ma arriva nei reparti, nella sanità territoriale e in strada. Sottolineiamo che la violenza fuori dagli ospedali pone tutta un'altra serie di problemi da affrontare, dato che gli operatori del 118 e i lavoratori sanitari non hanno né delle mura né i presidi di Polizia a difenderli e possono affidarsi solo all'intervento tempestivo delle Forze dell'ordine".
"Ripetiamo senza stancarci il nostro appello a intervenire sulle cause della violenza sugli operatori sanitari - concludono Sottile e Casabianca - la tensione in cui il personale sanitario è costretto a lavorare rischia di penalizzare le prestazioni con cui si erogano i servizi, con danno per l'utenza e per l'intero sistema della sanità. A un fenomeno sempre più endemico non si possono dare risposte occasionali o d'emergenza: servono idee e soluzioni strutturali".