Ma c’è di più: sono tantissime le amministrazioni locali che sembrano più interessate a spendere le prime risorse per improbabili potenziamenti di personale piuttosto che seguire le linee guida del programma e co-progettare gli interventi per i primi soggetti destinatari.

È una situazione che preoccupa la Cisl che, a livello nazionale, è stata in prima linea nell’Alleanza contro la Povertà, per arrivare a un Reddito di inclusione sociale. D’altra parte, l’ultimo Rapporto della Caritas evidenzia come il fenomeno della povertà sia in espansione, in particolare al Sud, e nella nostra Isola. Ci sono sempre più giovani, o i tanti che hanno perso la casa e il lavoro, che scivolano nella condizione dell’indigenza vissuta quasi come un disonore sociale.

Ci rivolgiamo dunque soprattutto ai sindaci dei Comuni capofila dei nove distretti socio sanitari catanesi, perché ci pare che si stia tradendo lo spirito della legge e le sue intenzioni: manca la co-progettualità prevista che doveva vedere lavorare assieme gli attori del territorio, dai servizi sociali comunali, agli uffici scolastici, al terzo settore, per occuparsi dell’analisi della tipologia del bisogno del singolo richiedente, per programmare le azioni da realizzare per raggiungere gli obiettivi prefissati.

C’è un’urgenza che non si deve sottovalutare: non si può perdere tempo e risorse in iniziative che acquistano il sapore pre elettorale, quando non clientelare, come emerso dall’ultimo incontro organizzato dalla Regione al Palazzo dell’Esa, con le amministrazioni dei Comuni delle province di Catania, Messina, Siracusa, Ragusa, Enna e Caltanissetta. In quella affollata sede, paradossalmente, i rappresentanti delle amministrazioni presenti non chiedevano spiegazioni su come attivare forme di collaborazione con gli attori sociali del territorio per portare avanti i progetti familiari, ma di come infoltire gli organici con personale esterno, magari assunto con contratti trimestrali o in somministrazione.

Sarebbe stato invece più congruo aspettarsi richieste di chiarimento su come impiegare le professionalità già presenti tra il personale a tempo determinato, nel quadro della razionalizzazione della spesa a favore degli interventi previsti per la vera lotta alla povertà. Comprendiamo le esigenze dei sindaci di potenziare, dove necessario, gli uffici. Ma le loro preoccupazioni, in questo caso, dovrebbero essere altre, dato che le somme a disposizione ci sono, dato che l’1% delle risorse previste è da destinare al personale da impegnare nella stesura dei progetti. Occorre invece passare alla co-progettazione per le adesioni già avanzate e far partire i progetti personalizzati di inclusione per la presa in carico dei bisogni dei cittadini.

Ecco perché la Cisl di Catania rinnova l’appello ai sindaci dei Comuni capofila dei distretti sociosanitari di Catania, Adrano, Caltagirone, Acireale, Bronte, Giarre, Paternò, Gravina e Palagonia, affinché promuovano adeguatamente l’iniziativa ed esercitino la propria autorevole guida per far rispettare obiettivi e metodi previsti dal SIA, per contrastare la povertà e dare un vero aiuto alle famiglie in disagio sociale.

Maurizio Attanasio, responsabile Dipartimento Politiche sociali Cisl Catania

Marco Lombardo, segretario generale Fnp Cisl Catania

Armando Coco, segretario generale Cisl Fp Catania

Condividi

Accesso Utenti

Facebook CISL FP Catania

Menu Cisl FP