«Purtroppo siamo stati facili profeti - aggiungono Attanasio e Coco - quando abbiamo avvertito l’assessore dell’emergenza in cui versano i pronto soccorso cittadini e dei pesanti disagi ai quali è sottoposta l’utenza. Al di là dell’accertamento delle condizioni che provocano l’ingolfamento, ormai ricorrente, del pronto soccorso del Garibaldi, temiamo che, quando si chiuderà il p.s. dell’ospedale Vittorio Emanuele e senza un adeguato piano d’intervento strategico, si potrebbero avere altre serie ripercussioni. Non osiamo pensare a che cosa succederebbe ai cittadini del centro storico quando, dismesso l'OVE, non adeguatamente pianificata la riprogrammazione dei pronto soccorso cittadini, resteranno in assenza dell’avvio dei presidi d’emergenza del Policlinico e dell’ospedale San Marco, i cui destini vanno chiariti una volta per sempre».
«Ci sentiamo comunque di spezzare una lancia a favore del management del Garibaldi ma ci uniamo anche al grido dall’allarme che medici e personale paramedico impiegato al pronto soccorso lanciano armai da diverso tempo – concludono Attanasio e Coco – e chiediamo ai vertici della Sanità che fine abbia fatto quel Pta cittadino (o gli eventuali PTE periferici) che, con tutte le strutture previste al suo interno (punto unico di accesso per le cure territoriali, con il centro unico prenotazioni Cup provinciale, collegato a quello regionale; punto di accesso alle cure domiciliari, con lo sportello dedicato al "paziente fragile", affetto da diabete, scompenso cardiaco con disabilità; un "punto di primo intervento"), avrebbe la finalità di poter gestire urgenze di basso o medio livello, evitando di intasare proprio i pronto soccorso per problemi minori? Catania, i cittadini e i lavoratori della sanità attendono risposte non più rinviabili».
(rn)